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Valutazioni DSA/ADHD

LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)

 

Sono molti i bambini che durante gli anni della scuola primaria o secondaria incontrano difficoltà più o meno importanti nell’apprendimento. Queste fatiche possono avere un impatto negativo anche sul benessere familiare ed emotivo. Facciamo riferimento non solo a semplici fatiche ma anche alle situazioni che la letteratura indica come: “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” ovvero un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano con difficoltà più o meno severe nell’acquisizione e nell’uso delle strumentalità di lettura, scrittura e calcolo. Questi disturbi hanno un origine neurobiologica.

Quando in studio arriva un bambino con una storia di fatiche a livello scolastico, il primo passaggio che andiamo a fare è una valutazione approfondita degli apprendimenti.

Quale è l’iter di valutazione standard?

  • –  Il colloquio anamnestico con i genitori: è un colloquio di raccolta dati approfondito in cui si ricostruisce la storia clinica, di sviluppo e scolastica del bambino. Vengono visionati i quaderni, le verifiche e tutte le valutazioni precedenti;
  • –  La valutazione intellettiva e cognitiva: dura circa 3 ore e viene suddivisa in due incontri da 90 minuti l’uno. Vengono somministrate le principali batterie per la valutazione cognitiva per ottenere un profilo di funzionamento generale;
  • –  La valutazione degli apprendimenti: dura circa 3 ore e viene suddivisa in due incontri da 90 minuti l’uno. Vengono valutate le abilità di lettura, scrittura, calcolo e comprensione del testo;
  • –  La valutazione logopedica: dura circa 1 ora e va a indagare gli aspetti fonologici e morfologici dell’apprendimento della letto-scrittura. Non sempre viene effettuata, dipende dall’età del bambino;
  • –  La valutazione neuropsicomotoria: dura circa 2 ore e va ad indagare la coordinazione motoria e gli aspetti motori globali. Viene effettuata nei casi in cui si sospetta una disgrafia o una disparassia;
  • –  La valutazione neuropsichiatrica: dura circa 30 minuti e viene effettuata dal medico Neuropsichiatra Infantile. In questa visita medica vengono indagati gli aspetti globali dello sviluppo per escludere eventuali sindromi o disturbi generalizzati dello sviluppo;
  • –  La correzione e la stesura della relazione, grazie ad un incontro dell’intera equipe multidisciplinare;
  • –  Il colloquio di restituzione con i genitori e se necessario anche il bambino: un colloquio approfondito in cui vengono mostrati tutti i test effettuati dal bambino e gli esiti di questi ultimi. Viene spiegata la diagnosi e tutti quegli strumenti utili per aiutarlo a scuola nella didattica;
  • –  Il colloquio di restituzione con gli insegnanti: in cui si illustra il percorso valutativo effettuato mettendo l’accento sulle strategie più utili per agevolare la didattica e la riuscita scolastica.

Quanto dura?

L’iter di valutazione completo, dal colloquio anamnestico a quello di restituzione dura circa 30/90 giorni.

Quali possono essere i risultati?

 

Da una valutazione completa possono emergere diversi risultati:

  • –  Un Disturbo dell’Apprendimento conclamato, quando alcuni parametri risultano ampiamente sotto la norma di 2 deviazioni standard; la scuola dovrà poi redigere il PDP (Piano Didattico Personalizzato);
  • –  Una difficoltà di Apprendimento, quando solo alcuni parametri risultano sotto la norma ma non sufficienti per una diagnosi di DSA; la scuola non è obbligata a redigere il PDP;
  • –  Nessuna indicazione: quando le difficoltà rilevate sono soggettive, o di natura emotiva, oppure non emerge nessuna evidenza clinica.

Quali sono i diversi DSA?

  • –  Dislessia: è un Disturbo che riguarda l’automatizzazione delle regole di lettura, per i parametri di correttezza (numeri di errori) e di velocità (sillabe al secondo). I bambini con Dislessia sono più lenti della norma nella lettiera e/o commettono più errori dei coetanei. Molto importante è la valutazione della comprensione del testo: non concorre alla diagnosi ma ci fornisce informazioni importanti. La diagnosi di Dislessia non può essere formulata prima della fine della seconda primaria.
  • –  Disortografia: è un Disturbo che riguarda l’acquisizione e l’automatizzazione delle regole ortografiche. I bambini con Disortografia commettono più errori ortografici rispetto ai coetanei. Il Distrurbo resiste al trattamento. I principali errori possono essere di natura fonologica (es: “Fasca” al posto di “Vasca”), non fonologica (es: “In sieme” al posto di “Insieme”) o di altra natura (es: doppie e accenti). La diagnosi di Disortografia non può essere formulata prima della fine della seconda primaria.
  • –  Disgrafia: è un Disturbo che riguarda la componente grafica della scrittura. Un bambino con Disgrafia ha una scrittura poco leggibile, spesso incomprensibile e fatiche importanti nella gestione dell’ordine spaziale sul foglio.
  • –  Discalculia: è un Disturbo che riguarda le procedure di calcolo e il senso del numero. Un bambino con Discalculia può risultare in fatica a leggere, scrivere e ripetere i numeri (componente lessicale del numero), a riordinare, contare all’indietro e decidere il numero più grande di una serie (senso del numero) oppure nei calcoli a mente e/o scrittura (componente procedurale del calcolo). La diagnosi di Discalculia non può essere formulata prima della fine della terza primaria.
  • –  Il disturbo della comprensione del testo non è annoverato tra i DSA ma viene comunque posta particolare attenzione alla sua valutazione. Molte difficoltà scolastiche derivano da un disturbo della comprensione non diagnosticato.

Quando si può fare una valutazione?

Dalla prima classe della scuola primaria possono già emergere fatiche a livello degli iniziali apprendimenti. La valutazione in classe prima può avere carattere di screening, utile per eventuali approfondimenti e per impostare un potenziamento mirato.
Solitamente la valutazione completa viene proposta alla fine sella seconda classe della scuola primaria, e si estende all’area del calcolo quando il bambino ha terminato la terza classe.

Alcune diagnosi tardive arrivano anche alla scuola media, soprattutto quando le fatiche sono più lievi e ben compensate.
Non è mai troppo tardi per fare una valutazione completa. Spesso storie scolastiche faticose con ripetuti fallimenti possono rivelare dei Disturbi sottostanti mai diagnosticati. Anche la scuola superiore può essere un tempo buono per avere una diagnosi, così come gli anni di Università. La diagnosi a questa età serve per dare un senso a fatiche protratte e per definire alcune strategie più utili di apprendimento e studio, ad esempio per affrontare meglio gli esami universitari.

 

LA VALUTAZIONE DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD)

Dai genitori e dagli insegnanti che sono alle prese con l’educazione di bambini disattenti, a volte oppositivi, impulsivi e dal comportamento dirompente, spero sentiamo frasi come: “Non sappiamo come gestirlo”, “Non sta mai fermo”, “lo dobbiamo sempre richiamare” o “Disturba tutti”.

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è l’etichetta diagnostica che viene usata per delineare quei bambini che presentano queste tre sintomatologie (che possono essere presenti anche tutte insieme): Disattenzione, Iperattività e Impulsività.

La Disattenzione si riscontra in soggetti che presentano una difficoltà chiara e netta nel rimanere attenti e lavorare su un compito che si prolunga nel tempo. L’Iperattività fa riferimento ad eccessivi livelli di attività motoria e verbale. Il bambino iperattivo fatica a rimanere seduto e restare fermo al posto in classe. L’impulsività fa riferimento ad uno scarso autocontrollo. Il bambino impulsivo fatica a ritardare la gratificazione e ad inibire comportamenti scorretti nei vari contesti.

Quale è l’iter di valutazione standard?

  • –  Il colloquio anamnestico con i genitori: è un colloquio di raccolta dati approfondito in cui si ricostruisce la storia clinica, di sviluppo e scolastica del bambino. Vengono visionati i quaderni, le verifiche e tutte le valutazioni precedenti. Particolare attenzione viene data agli aspetti emotivi, relazionali e comportamentali dalla nascita ad oggi. Vengono forniti dei questionari per genitori e insegnanti, che unitamente ai test clinici, forniranno preziose informazioni;
  • –  La valutazione intellettiva e cognitiva: dura circa 3 ore e viene suddivisa in due incontri da 90 minuti l’uno. Vengono somministrate le principali batterie per la valutazione neuropsicologica per ottenere un profilo di funzionamento generale. Particolare attenzione viene data agli aspetti attentivi, della memoria di lavoro e della concentrazione;
  • –  La valutazione degli apprendimenti: dura circa 3 ore e viene suddivisa in due incontri da 90 minuti l’uno. Vengono valutate le abilità di lettura, scrittura, calcolo e comprensione del testo. Questa valutazione viene fatta per verificare quanto le componenti dell’attenzione possono inficiare le prestazioni scolastiche e per osservare i livelli di concentrazione su compiti più strutturati;
  • –  Valutazione Neuropsichiatrica Infantile. In questa visita medica vengono indagati gli aspetti globali dello sviluppo per escludere eventuali sindromi o disturbi generalizzati dello sviluppo;
  • –  La correzione e la stesura della relazione, grazie ad un incontro dell’intera equipe multidisciplinare;
  • –  Il colloquio di restituzione con i genitori e se necessario anche il bambino: un colloquio approfondito in cui vengono mostrati tutti i test effettuati dal bambino e gli esiti di questi ultimi. Viene spiegata la diagnosi e tutti quegli strumenti utili per aiutarlo a scuola nella didattica;
  • –  Il colloquio di restituzione con gli insegnanti: in cui si illustra il percorso valutativo effettuato mettendo l’accento sulle strategie più utili per agevolare la didattica e la riuscita scolastica.

Quanto dura? 

L’iter di valutazione completo, dal colloquio anamnestico a quello di restituzione dura circa 30/90 giorni.

L’analisi delle funzioni esecutive

Le Funzioni Esecutive (FE) sono le abilità di pianificazione, di organizzazione e di monitoraggio del proprio comportamento. Barkley (2006) ritiene che, all’interno delle FE, il soggetto con ADHD presenti un deficit di inibizione comportamentale, abilità che invece permetterebbe al soggetto di controllare le interferenze nel corso di un’attività. Normalmente, un soggetto durante un compito, dovrebbe essere concentrato e non dovrebbe farsi distrarre da tutto ciò che non concerne quel compito (es: i rumori di sottofondo o i pensieri interferenti). Nelle persone con ADHD manca spesso questa inibizione e il bambino è portato a intraprendere più azioni contemporaneamente senza un obiettivo stabile, mostrando molta fatica a portare a termine un compito.

Quali possono essere i risultati?

Da una valutazione completa possono emergere diversi risultati:

  • –  Un Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività conclamato: il bambino verrà inquadrato a scuola nella categoria dei BES (Bisogni Educativi Speciali) e la scuola potrà predisporre un PDP (Piano Didattico Personalizzato);
  • –  Una difficoltà di attenzione e concentrazione;
  • –  Nessuna indicazione: quando le difficoltà rilevate sono soggettive, o di natura emotiva, oppure non emerge nessuna evidenza clinica.

Quando viene fatta una diagnosi?

Per porre diagnosi di ADHD bisogna essere cauti. Non esistono dei criteri definiti, come per i DSA, che ci dicono che sotto ad un certo punteggio è necessario fare diagnosi. I profili neuropsicologici dei bambini con ADHD sono molto variegati e la diagnosi è essenzialmente clinica. I sintomi dell’ADHD si estendono oltre il nucleo comportamentale (viene sempre fatta un’analisi di eventuali comorbidità con Disturbo Oppositivo Provocatorio o Disturbo del Comportamento).
Va quindi ricordato che allo stato attuale, il processo di diagnosi di ADHD è essenzialmente clinico e che le prove somministrate non sono patognomiche del disturbo, ma aiutano ad avere dei dati in più per la descrizione del funzionamento.